Casco per MTB: Protezione massima da cadute

Il Casco da mtb è più resistente dei normali caschi da ciclismo, in quanto sono progettati per proteggere in caso di urto ma anche di impatto con oggetti che potrebbero colpire il ciclista durante il tragitto della gara di sport estremo: rami non visti, rocce e piccoli sassi scagliati dalle ruote delle bici di un biker più avanti, colpi alla tempia o alla nuca in caso di cadute. Date le difficoltà del percorso infatti, le cadute a bassa velocità sono più frequenti che nelle gare su strada, dove si limitano a quelle a velocità elevate o inciampi di gruppo.

Caschi mtb più resistenti

Progettato per resistere alle caratteristiche dei percorsi che i ciclisti di questo sport al limite percorrono spesso, il rivestimento esterno del casco per mountain bike deve essere fatto in modo da resistere all’aggressione degli agenti atmosferici, l’ossidazione dell’acqua, al fango o all’abrasione di una pista di sabbia. Inoltre si può preferire anche la versione integrale, che aggiunge alla normale protezione di testa, tempie e nuca anche una protezione per mandibola e mento.

Esistono varietà di casco molto simili tra loro, che differiscono specialmente per design o prezzo, presenza di mentoniera rimovibile, integrale o, nelle versione più complete, integrale smontabile per essere utilizzato in differenti occasioni senza problemi.

Primo acquisto di un casco mtb

Uno dei modelli più sfruttati dai novizi o i dilettanti è il casco mtb Ventura per downhill, che è disponibile su mercato a meno di 50 euro ed è un casco integrale, compreso quindi di tutte le sicurezze necessarie per una protezione ottimale.

Il primo acquisto deve comunque tenere conto di che tipo di percorso o disciplina del mountain biking si vorrà fare.

Esistono molte categorie, sempre in continua evoluzione: il cross country, il downhill, il cicloescursionismo, l’enduro, il freeride o slopestyle, il four-cross e tra le altre discipline che si stanno diffondendo c’è anche il dual slalom (una gara a due in circuiti con salti ed ostacoli tra le curve), il dirt jumping (dove si percorrono rampe di terra una dopo l’altra per stare sollevati a mezz’aria quasi tutto il tempo), l’Urban (reso famoso soprattutto tramite internet e la street music americana), il singlespeed e le gare a squadre di endurance.

In ogni caso un buon casco mtb deve avere, a garanzia della sua qualità, la marcatura CE sull’etichetta, che attesta di rispettare le normative europee e che garantisce quindi di essere stato progettato come si deve per proteggere in caso di urto. In generale la regola a cui attenersi è quella di diffidare da prodotti che non siano marcati CE, provenienti magari da fabbriche orientali che li realizzano con materiali di bassa qualità. La protezione prima di tutto: sulla calotta esterna la vernice deve essere integra e non lucida, senza graffi o crepature. E’ importante anche assicurarsi che nella calotta interna non vi siano rigonfiamenti e deformazioni o, peggio, asportazioni di materiali e tagli: è la parte più importante del casco mtb, quella che assorbe tutto l’urto e può fare la differenza.