La casa non è allacciata alla rete fognaria? Ecco alcune soluzioni per risolvere il problema

Negli ultimi anni, grazie anche alla scoperta della possibilità di poter lavorare in smart working, moltissime persone hanno deciso di abbandonare la città tradizionale per passare ad una vita più tranquilla, magari vivendo in una casa indipendente in montagna o campagna, dove pace, tranquillità e natura possono di certo ridurre l’alto livello di stress.

Può capitare però che l’abitazione scelta non sia collegata alla rete fognaria.

I motivi possono essere diversi: la casa potrebbe essere parecchio distante dalla rete fognaria più vicina, potrebbe esserci una pendenza superiore ai 20 metri di dislivello che potrebbe rendere complicato l’allaccio o ci possono essere eventuali ostacoli sul percorso per compiere l’allacciamento. Esiste una legge apposita che esonera alcuni edifici dall’allaccio alla rete fognaria, consultabile all’interno di questa pagina.

Richiedendo un’autorizzazione preventiva al Comune di competenza, è possibile ricorrere ad una soluzione alternativa per lo smaltimento delle acque reflue rispetto al tradizionale allaccio alla rete fognaria. Prima di procedere è fondamentale ottenere l’autorizzazione citata, onde evitare le sanzioni previste in caso di scarico o smaltimento non autorizzato di acque reflue.

Alternative all’allaccio alla fognatura: l’installazione di un pozzo nero

Se la nostra abitazione è isolata dalla rete fognaria e rientra in una delle casistiche citate in precedenza, una delle soluzioni potrebbe essere l’installazione di un pozzo nero per lo smaltimento delle acque reflue.

Si tratta di una grande vasca interrata posizionata in prossimità dell’abitazione scollegata dalla rete fognaria, in cui confluiscono gli scarichi delle acque nere e saponose della casa.

La peculiarità di questa soluzione è l’economicità, in quanto costa meno delle altre soluzioni che citeremo tra poco. Dobbiamo però anche prendere in considerazione i fattori negativi: potrebbe emanare un odore non proprio piacevole e, periodicamente, dovremmo affidarci ad un’azienda specializzata, pagando così la prestazione del servizio per lo svuotamento e lo smaltimento del liquame presente nel pozzo.

Le fosse biologiche: tradizionale e la Imhoff

La fossa biologica, a differenza del pozzo nero, non va svuotata periodicamente, in quanto è costruita per permettere la fuoriuscita del liquame a sfioro nel terreno circostante. Per semplificare, da una parte entrano le acque nere, che subiscono il trattamento e fuoriescono dalla parte opposta.

Le acque in uscita vengono trattate con il sistema della fitodepurazione e utilizzate per la subirrigazione.

Le fosse biologiche si suddividono normalmente in due tipi: le fosse tradizionali, con una sola vasca, e le fosse biologiche Imhoff, all’interno delle quali troviamo due vasche (una superiore e una inferiore) per il trattamento e la depurazione delle acque.

Impianto di depurazione delle acque reflue

Esiste inoltre una soluzione alternativa, che forse viene sfruttata ancora poco. Si tratta dei sistemi di depurazione delle acque reflue domestiche che, una volta trattate, possono essere convogliate in apposite cisterne ed essere utilizzate per scopi irrigui in agricoltura.

A tal proposito ci sentiamo di consigliarvi di visitare il sito web di Dora Baltea, azienda specializzata nella progettazione di impianti di questo tipo. All’interno potrete trovare diverse soluzioni di smaltimento delle acque reflue domestiche tramite impianti di depurazione, con le schede tecniche dettagliate relativo al funzionamento di ogni specifico dispositivo.

Questo sistema permette così la raccolta delle acque reflue domestiche, la depurazione e il trattamento per il riutilizzo diretto in ambito agricolo. Una soluzione vantaggiosa sia per la nostra abitazione, rispetto ai cattivi odori ed i costi di pulizia delle fosse biologiche, che per il nostro pianeta, in ambito di sostenibilità e di preservazione delle risorse.