Le lavorazioni storiche del vetro di Murano

Coloratissimo, vivace, brillante e luminoso: il vetro di Murano è un’eccellenza artigiana che affonda le sue radici nella Venezia del 1200, ma che oggi rende l’Italia celebre in tutto il mondo.

Le esatte ricette del vetro di Murano, con le sue malgame chimiche e i suoi segreti alchemici, sono rimaste segreti di bottega per centinaia di anni, come sempre nelle tradizioni antiche e preziose. Oggi, però, conosciamo meglio le tecniche di produzione.

Queste sono alcune delle lavorazioni storiche del vetro di Murano!

Prima lavorazione

Per scoprire i segreti delle tecniche di lavorazione del vetro di Murano ci siamo recati nel museo omonimo della città, il MUVE.

Con la prima lavorazione è possibile ottenere:

  • Avventurina: un vetro a base di rame, con piccolissimi cristalli incastonati nella massa di vetro fuso. Più il rame era ben distribuito nella massa, più gli artigiani potevano far pagare il proprio prodotto;
  • Cristallo: un vetro completamente trasparente, il più pregiato tra tutti i vetri di Murano. Ancora oggi la tecnica di produzione originale richiede l’arsenico, una sostanza velenosa ma necessaria per creare la trasparenza che contraddistingue questo materiale;
  • Filigrana: ottenuta con una lavorazione a caldo, che mescola fili metallici oppure di vetro colorato lavorato in precedenza alla massa fusa;
  • Lattimo: come suggerisce il suo nome, il vetro lattimo è lattiginoso, bianco come il latte. I maestri vetrai di Murano si ispirarono alle porcellane cinesi, e crearono una miscela di calcina di piombo e stagno per opacizzare la massa liquida;
  • Soffiatura: inventata nel I secolo a.C., ancora oggi la tecnica consiste nel soffiare dentro una canna metallica e cava in direzione della massa di vetro, per gonfiarla, farla espandere e renderla sottilissima e traslucida;
  • Sommerso: in questa produzione, il vetro soffiato viene immerso in un altro vetro liquido, di diverso colore, e così via per tutti gli strati desiderati.

Seconda lavorazione

Se all’artigiano queste tecniche non bastano, può lavorare la massa solidificata con un secondo processo.

Le conterie, ad esempio, sono perle ottenute avvolgendo la massa di vetro semi-liquido intorno ad un tubo metallico di piccolo diametro.

Si può anche smaltare il vetro con altro vetro colorato, sottoponendolo ad un ciclo di riscaldamento ad una temperatura relativamente bassa che permette allo strato superficiale di sciogliersi e aderire alla materia sottostante.

Con la molatura si può scavare il vetro, facendolo passare su un rullo abrasivo e lisciante. Questo metodo di lavoro era usato soprattutto per sculture e vasi,

I mastri vetrai di Murano furono anche tra i primi a creare uno specchio realmente riflettente, coprendo una superficie di vetro con una sostanza metallica a base di mercurio e di stagno. Sebbene la tecnica odierna di produzione, per esempio per gli eccezionali pezzi di lampadaridimurano.com, abbia come base l’alluminio, fu proprio la tradizione artigiana di Murano ad ispirare le tecniche moderne, nate nel 1800 in Germania. Come sempre, quando si parla di tradizione, scavare nella storia permette di capire realmente come vengono prodotti gli oggetti che vediamo e utilizziamo quotidianamente.