Lo svezzamento del proprio bambino segna la prima tappa importante della sua crescita. È un percorso emozionante e delicato che da un lato spaventa e dall’altro crea aspettativa. Vediamo quindi di dare qualche consiglio a tutte le mamme un po’ apprensive, grazie all’esperienza di Chiara, mamma e blogger di Info Bimbo
Che cos’è lo svezzamento?
Lo svezzamento è la prima tappa fondamentale della crescita emotiva di un bambino. Si tratta di togliere, gradualmente, il latte materno o in formula al piccolo e abituarlo al cibo solido.
Contestualmente, si inizia a strutturare l’orario standard dei pasti, che influirà anche sul ritmo sonno-veglia. Il processo di svezzamento è piuttosto lungo e può durare anche un anno. Solitamente si inizia attorno ai 5 mesi, con l’introduzione di piccoli assaggi di frutta. Man mano che il piccolo cresce ed inizia ad accettare nuovi sapori e nuove abitudini, come l’uso delle posate e dei dentini per masticare, si aggiungono alimenti nuovi, secondo le indicazioni del pediatra. Durante questo lungo percorso, soprattutto se si è alla prima esperienza, è importante fare attenzione a non cadere in qualche piccolo errore, che potrebbe comportare nervosismo nella mamma e reazioni negative da parte del bimbo.
Gli errori da evitare durante lo svezzamento
Vediamo adesso quali sono i tre errori più comuni che la maggior parte delle neo-mamme commette durante questo delicatissimo percorso. Resta sempre inteso che questi sono semplici consigli e non sostituiscono in alcun modo il parere di un pediatra.
Bruciare le tappe
Quando il bimbo raggiunge l’età, il peso e la maturazione adeguata per cominciare a diminuire le dosi di latte ed introdurre cibo solido, solitamente attorno ai 5 mesi, il pediatra fornisce una tabella di marcia, dove sono segnate le tappe dello svezzamento e quali cibi aggiungere in base all’età del piccolo. Di solito si comincia con la frutta per aggiungere, di settimana in settimana, la verdura con il brodo vegetale, i liofilizzati proteici e le farine. Successivamente, dai 6-7 mesi, si introducono altri cibi: i latticini, il latte vaccino, il pomodoro, la pastina, gli omogeneizzati. È bene seguire scrupolosamente le indicazioni del pediatra e non tentare di far assaggiare al piccolo un cibo previsto più avanti nei mesi. Questo non solo per evitare che possa fargli male ma, soprattutto, perché il sistema gustativo di un neonato non è ancora completamente maturo e alcuni sapori potrebbero disgustarlo e renderlo diffidente nei confronti del cibo.
Perdere la pazienza
Durante lo svezzamento, prima o poi, tutte le mamme incontrano la giornata “no” in cui si avviliscono e perdono la pazienza. Si passano ore a scegliere gli ingredienti migliori, a cucinare tutto secondo scrupolose regole e, alla fine, il piccino rifiuta il piatto e sputa il cibo. Sono momenti che una mamma non vive quasi mai con serena tranquillità, ed è comprensibile, ma bisogna rendersi conto che è assolutamente normale e che tutti i bambini fanno così. Se accade, meglio cedere e dare il latte per quel pasto. La pappa sgradita verrà riproposta dopo qualche giorno e, con pazienza, un cucchiaino in più ogni volta, il bimbo imparerà ad apprezzarla in modo sereno, naturale e fisiologico.
Togliere il latte in modo brusco
Quando il piccolo ha preso un buon ritmo con le pappe, tanto da mangiare a sufficienza cibi solidi e non avere più necessità del latte a livello nutritivo, bisogna evitare di togliergli il seno o il biberon da un giorno all’altro. A volte, il trauma di aver perso “la coccola” fa regredire gli ottimi risultati dello svezzamento. Un po’ di latte, se il piccolo lo richiede, si può continuare a dare, magari differenziando nettamente il momento del pasto da quello della poppata, per trasmettergli la differenza tra “momento in cui si mangia” e “piccola coccola col latte”. Gradualmente, diminuendo le dosi di latte giorno dopo giorno, il bambino perderà l’abitudine alla suzione, sostituendo quel tipo di gratificazione con altro.