Tipi di maschere efficaci per proteggerci contro il COVID 19 e loro impatto ambientale

Di certo non c’è da discutere ancora sul fatto che indossare le mascherine di protezione sia una delle azioni che ha il maggiore impatto sul rallentamento della diffusione della seconda ondata del COVID-19, insieme ad altre precauzioni come il distanziamento sociale.

Molti governi compreso quello italiano, da mesi ormai richiedono l’uso di sistemi di protezione come le maschere facciali in pubblico e soprattutto in luoghi chiusi. In realtà un buon segno di civiltà sarebbe quello di promuovere mascherine multiuso o riutilizzabili invece delle monouso.

L’offerta ultimamente è ampia ed è facilissimo trovare mascherine antivirus online, per questo bisognerebbe divulgare e parlare anche di quello che è l’uso corretto della mascherina e il suo smaltimento.

L’uso che si fa della mascherina è importante tanto quanto la raccomandazione di indossarla. Dobbiamo ricordare che uno smaltimento corretto delle mascherine, insieme all’uso di DPI riutilizzabili, riduce l’impatto ambientale associato all’uso di questi dispositivi ed evita la creazione di tonnellate di rifiuti contaminati provenienti da ambiente domestico.

Promuovere l’uso di maschere riutilizzabili da parte di tutta le nazioni ridurrebbe significativamente i rifiuti di plastica e l’impatto sui cambiamenti climatici di questa misura politica. Ma abbandoniamo questi aspetti di tipo sociopolitico per andare ad esaminare alcuni dei tipi di maschere più consigliati per comprendere i pro e i contro del loro utilizzo.

Maschere respiratorie chirurgiche

Le maschere chirurgiche sono un’ottima opzione per proteggere le persone dal COVID-19 poiché la loro efficacia di filtraggio è estremamente elevata.

Questo tipo di maschere è conforme allo standard UE EN149 e, in base alle loro prestazioni di filtraggio, sono classificate come FFP1 (N95 negli Stati Uniti e KN95 in Cina), FFP2 (N99 negli Stati Uniti e KN99 in Cina) e FFP3 (N100 negli Stati Uniti e KN100 in Cina).

Ad esempio, N95 significa che il dispositivo facciale ha un’efficacia prevista filtrante del 95% delle particelle con un diametro mediano di 0,3 micrometri. Che non è male.

Tuttavia, anche questo tipo di maschera chirurgica è usa e getta e il loro uso generale creerà un impatto negativo sull’ambiente. Il motivo dipende tutto dal fatto che il materiale delle maschere (tessuto non tessuto) non può e non deve essere disinfettato a 60° C per 30 minuti poiché influisce negativamente sul montaggio della maschera e quindi va a rovinare l’efficacia della protezione. Quindi la mascherina non può essere riutilizzata.

Maschere respiratorie riutilizzabili

Un’altra opzione disponibile per il pubblico in generale è la maschera respiratoria riutilizzabile, che fornisce protezione contro gli inquinanti atmosferici, compresi gli agenti patogeni presenti nell’aria.

Queste maschere riutilizzabili sono multistrato e spesso contengono un filtro antiparticolato ad alta efficienza (HEPA).

Alcuni produttori di maschere riutilizzabili affermano e garantiscono con ferma convinzione che i loro prodotti sono efficaci contro COVID-19 quanto le mascherine chirurgiche monouso standard, a condizione che i filtri vengano sostituiti e controllati secondo la necessità. Tuttavia, non sono comunque prodotti amici dell’ambiente.

Maschere di stoffa riutilizzabili

Le maschere di stoffa lavabili e riutilizzabili possono essere considerate una potenziale soluzione, con il vantaggio che potrebbero essere realizzate in casa.

Le maschere in tessuto riutilizzabili non sono efficaci nella prevenzione delle infezioni o meglio dei virus come il Covid, come i respiratori N95 e le maschere chirurgiche.

E la motivazione principale è perché i pori nei materiali tessuti sono più grandi di 0,3 micron e non possono quindi filtrare tutte le goccioline contenenti virus come SARS-CoV-2, in cui la dimensione delle particelle virali è di 0,125 micron.

Nei mesi sono spuntate tantissime ricerche dove ci dicono che semplici maschere di stoffa fatte in casa sono in grado di limitare la diffusione di goccioline da chi le indossa e c’è un eventuale possibilità che anche il loro utilizzo può rallentare la trasmissione del virus ma non bloccarla completamente al 100%. Però bisogna dire che qui ancora le informazioni non sono del tutto chiare e sono ahimè molto confuse.

Alcuni numeri sull’uso di mascherine monouso

Secondo lo studio, se ogni persona in Italia usasse una maschera chirurgica usa e getta ogni giorno per un anno, si creerebbero oltre 128.000 tonnellate di rifiuti di plastica non riciclabili (66.000 tonnellate di rifiuti contaminati e 57.000 tonnellate di imballaggi in plastica).

Se aumentiamo approssimativamente questi numeri a livello globale, i numeri sono da capogiro più di 100 volte la quantità di plastica, il che creerà un’enorme sfida ambientale.

Se iniziassimo ad utilizzare mascherine con filtri monouso oltre alle maschere riutilizzabili, la quantità di rifiuti sarebbe inferiore del 60% rispetto alle maschere monouso.

E secondo sempre la matematica ci potrebbe essere una riduzione di oltre il 95% dei rifiuti se venissero scelte solo maschere riutilizzabili.

Per questo è necessario consultare le moltissime ricerche in uscita ogni giorno, che in qualche modo dovrebbero aiutare le persone ad usare e a scegliere la mascherina in modo corretto in modo da dover e poter salvaguardare non solo la nostra saluta ma anche l’ambiente.