La riabilitazione per i bambini ha molte sfaccettature e in base alla problematica riscontrata, richiede l’intervento di diversi terapisti specializzati. Una delle figure chiave nei percorsi riabilitativi dell’età evolutiva è il neuropsicomotricista o TPNEE.
È un professionista che lavora spesso in equipe con altri terapisti e in collaborazione con psicologi e neuropsichiatri infantili. Cerchiamo quindi di capire chi è questo specialista, di cosa si occupa e quando può essere necessario il suo intervento in un percorso di riabilitazione per bambini.
Chi è il neuropsicomotricista
Il termine neuropsicomotricista è in realtà un’abbreviazione di terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva o TPNEE. Con questa terminologia si indica lo specialista che interviene nei percorsi di riabilitazione di soggetti con disturbi dello sviluppo.
Il suo intervento non mira solo a riabilitare il paziente e aiutarlo ad acquisire una serie di competenze essenziali, ma ha un ruolo chiave anche nella fase della valutazione della patologia e, prima ancora, della prevenzione della problematica.
Le competenze in possesso del neuropsicomotricista spaziano dall’area motoria a quella linguistica, da quella relazionale e comportamentale a quella cognitivo e sensoriale. Questo bagaglio di conoscenze rendono il TPNEE lo specialista più idoneo per intervenire sui disordini del neuro-sviluppo.
Tutte le competenze acquisite durante il percorso formativo del neuropsicomotricista vanno poi integrate con una solida esperienza sul campo, in genere maturata in un centro medico riabilitativo associato dove si lavora in equipe, nell’ottica di un approccio globale.
Quando è necessario l’intervento di un neuropsicomotricista
Ogni bambino attraversa le varie fasi dello sviluppo in modo diverso dai suoi coetanei. Non è il caso di entrare in allarme se si registra un rallentamento nell’acquisizione di alcune competenze motorie o linguistiche.
Quando le differenze rispetto allo sviluppo dei coetanei diventa invece rilevante, sorgono i primi dubbi ed è il caso di approfondire le cause e l’entità del ritardo. La figura specializzata nella valutazione e nel trattamento di questi ritardi è proprio il neuropsicomotricista.
Le problematiche che rientrano nella sfera di competenza del TPNEE sono davvero tante, ma le più frequenti sono il ritardo psicomotorio o linguistico, la paralisi cerebrale infantile, i DSA, i disturbi da deficit di attenzione e iperattività, i disturbi comportamentali e relazionali e le disabilità intellettive.
L’equipe con cui lavora il neuropsicomotricista
Come abbiamo visto, le problematiche che richiedono l’intervento del neuropsicomotricista sono numerose e spesso eterogenee tra loro. Infatti, ogni percorso riabilitativo prevede il coinvolgimento e la supervisione da parte di uno psicologo o un neuropsichiatra infantile.
L’equipe si compone inoltre di altri terapisti specializzati nei disturbi dell’età evolutiva, come il logopedista, il fisiatra, il fisioterapista e il pedagogista. Tutta la squadra lavora per raggiungere un preciso obiettivo terapeutico, individuato sulla base di un progetto riabilitativo creato sulle specifiche esigenze del bambino.
Il lavoro in equipe e i risultati intermedi, vengono inoltre costantemente monitorati, in modo da assicurare che l’intervento terapeutico sia sempre adeguato e allineato con gli obiettivi fissati inizialmente.
Fare riabilitazione ai tempi del COVID-19
L’emergenza sanitaria legata al COVID-19 ha inciso in modo significativo sulle modalità di ogni intervento riabilitativo. Durante al quarantena anche il lavoro del neuropsicomotricista si è dovuto adeguare alle nuove disposizioni di sicurezza e i centri di riabilitazione hanno sperimentato anche la teleterapia.
Questa modalità terapeutica del tutto inedita ha permesso di mantenere la continuità del trattamento, ma ha anche mostrato fin da subito i suoi limiti. È stato subito chiaro che le attività terapeutiche a distanza non possono sostituire in maniera efficace i trattamenti terapeutici in presenza.
Le attività presso i centri di riabilitazione e gli studi privati continuano oggi a svolgersi nel rispetto delle più rigorose disposizioni igieniche e di sicurezza. Lavaggio frequente delle mani, distanziamento (anche in sala d’aspetto) e dispositivi di protezione, sono oggi una costante e permettono agli psicomotricisti e ai colleghi di portare avanti le terapie con passione e impegno.