Relazioni tossiche: come riconoscerle?

L’amore non è bello se non è litigarello, dice saggiamente il detto. Nessuna relazione d’amore è perfetta ed idillica come nelle favole. Possono esserci incomprensioni, momenti di difficoltà, eventi che mettono alla prova la coppia e la portano sull’orlo della crisi. Nonostante questo, però, esiste una grande differenza tra un rapporto sano e uno malato, tra una vera storia d’amore e una relazione tossica che ci logora e ci toglie il sonno e la felicità.

Se senti di non stare bene, se vedi i tuoi sentimenti e i tuoi bisogni continuamente calpestati, se non c’è comprensione e rispetto reciproco, allora dovrebbe scattare un campanello d’allarme.

Relazioni sane vs Relazioni Tossiche

La vita di tante persone è caratterizzata dalla ricerca della cosiddetta anima gemella, quella persona con la quale vorremmo trascorrere il resto della nostra esistenza, sentendoci amati, compresi, apprezzati e sostenuti. Nei rapporti sani, è del tutto normale un certo grado di reciproca dipendenza, il desiderio di stare insieme, di vedersi, di condividere nel bene e nel male. La presenza dell’altro per noi è rassicurante, le sue attenzioni ci fanno sentire bene.

Tuttavia, in una relazione equilibrata, è necessario che i due partner mantengano una propria autonomia, uno spazio individuale in cui coltivare sé stessi. Avere i propri spazi, hobby e interessi differenti, progetti personali, significa potersi sviluppare come persona libera e indipendente, capace di scegliere per sé. Questo consente di migliorare e arricchire la vita a due. La relazione d’amore deve essere un’apertura verso l’altro, un arricchimento reciproco, non un impoverimento. Per questo si parla spesso di “respiro della coppia” per indicare quell’alternanza sana tra vicinanza e lontananza.

Nelle relazioni tossiche, questo equilibrio manca totalmente. Spesso, anzi questo tipo di rapporti si fonda su una forte dipendenza affettiva che porta uno dei due partner ad avere un atteggiamento dannoso verso sé stesso. Chi soffre di dipendenza affettiva, infatti, tende a mettere sempre l’altro al primo posto, ignorando i propri bisogni e desideri, annullandosi, sacrificandosi e scendendo sempre a compromessi pur di accontentare il partner.

Il partner è visto quasi come un salvatore, colui (o colei) dal quale dipende la sua intera esistenza. Senza di lui o senza di lei, il dipendente affettivo sente di non valere nulla, di non essere abbastanza. Questa è una modalità patologica di vivere la relazione d’amore che diventa una vera e propria ossessione totalizzante. Al di sotto vi è il terrore dell’abbandono e della perdita dell’altro, la paura della solitudine.

Un particolare tipo di relazione tossica: la dipendente affettiva e il narcisista patologico

Molto spesso, purtroppo, chi è incline a sviluppare una dipendenza psicologica finisce con l’essere coinvolto affettivamente con una particolare tipologia di partner: il narcisista patologico.

All’inizio della frequentazione, questo individuo si comporta in modo da attirare la donna a sé, mostrandole la sua parte migliore, presentandosi come il partner perfetto, gentile e amorevole. La ricopre di attenzioni. Le riserva continue gentilezze, fa complimenti e regali, le fa promesse di amore eterno. È quello che in gergo viene chiamato “love bombing” (bombardamento d’amore), un modo per fare leva sulle debolezze della vittima, sul suo bisogno di amare e sentirsi amata, e legarla a sé.

Si tratta di una vera e propria strategia di adescamento, volto a carpire la fiducia della vittima, a entrare rapidamente nelle sue grazie.

Quando il narcisista è abbastanza sicuro di aver irretito il partner, di aver ottenuto un certo controllo, allora questa fase piena di zucchero e miele termina e cominciano i guai. Il narcisista comincia a mostrare il suo vero volto, comportandosi spesso in modo indifferente, freddo, crudele. Ai complimenti e alle lusinghe si sostituiscono le critiche costanti, la svalutazione, l’allontanamento e il distacco.

La partner, confusa da questo comportamento, si sente ferita, percepisce che i suoi bisogni non vengono soddisfatti, prova delusione e sofferenza. Cerca allora di riconquistare il partner, di dargli ancora più affetto e amore, ancora più attenzioni. Magari si dà la colpa per l’atteggiamento dell’altro e cerca di rimediare, attaccandosi all’immagine di perfezione che ha visto nella fase del love bombing, ricercando quelle emozioni travolgenti che ha sperimentato in precedenza.

Si alternano fasi di distacco e improvvise riconciliazioni e la relazione procede in modo altalenante, come se ci si trovasse su delle montagne russe emotive, tra alti e bassi improvvisi.

Pe approfondire, suggeriamo la lettura di questo articolo, a cura del dottor Manuel Marco Mancini, psicologo con studio a Roma, in zona Eur: https://psicologoeur.com/sopravvivere-storia-amore/